Vitti ‘na Crozza, significato e storia

By Canzoni d'autore
Vitti na crozza

Vitti ‘na Crozza rappresenta una delle più celebri canzoni della tradizione sicula. La melodia, allegra e spensierata, nasconde però una storia triste. L’autore del testo e la sua data di origine rimangono, ancora oggi, sconosciuti. Fu, però, il compositore Franco Li Causi a portarla al successo negli anni ‘50. Cantata e rielaborata da più artisti, a lui si assegna anche la paternità discografica della canzone.

Storia

La canzone Vitti ‘na Crozza, almeno fino agli anni ’50, faceva parte esclusivamente della tradizione popolare siciliana. Proprio nel 1950, il regista Pietro Germi si reca sull’isola per iniziare le riprese del suo nuovo film “Il cammino della speranza“. Proprio qui, incontrerà il compositore Franco Li Causi a cui chiederà di comporre una colonna sonora dalle note drammatiche e sentimentali.

L’ispirazione, però, arriva a Germi da un anziano minatore, tale Giuseppe Cibardo Bisaccia, che recita al regista i primi versi di una poesia siciliana, Vitti ‘na Crozza. Questa, venne così musicata, adattandola al film. Qui, però, le note allegre che conosciamo a oggi, lasceranno il posto a un motivo più pacato e, a tratti, tetro. L’anno seguente, nel 1951, il tenore Michelangelo Verso la inciderà per la prima volta. Grazie alla casa discografica Cetra, venne poi pubblicata in un 78 giri. Nel 1964, testo e musica di Vitti ‘na Crozza vennero rielaborati interamente da Gabriella Ferri e Luisa De Santis. La canzone, quindi, allontanandosi dalla melodia originale del film, assunse un tono più allegro e folkloristico.
Nel 1979, dopo una causa durata ben 25 anni, la SIAE attribuisce la paternità del brano a Franco Li Causi. Da allora, dunque, ne detiene i diritti d’autore.

Significato

Seppur apparentemente allegra, Vitti ‘na Crozza nasconde un significato sinistro e intriso di ingiustizia. Simbolo della canzone è una crozza, ossia, un teschio. Questo, riemerso dalle caratteristiche miniere di zolfo siciliane dell’epoca, chiede pietà e una degna sepoltura affinché nell’aldilà trovi la pace eterna. Un canto, dunque, che vuole essere una vera e propria denuncia sociale contro la Chiesa cattolica dell’epoca.
Negli anni ‘40, infatti, i minatori morti nelle solfare non avevano diritto a funerali o a onoranze funebri. Nella maggior parte dei casi, inoltre, i corpi non venivano estratti da sotto le macerie delle miniere crollate, restando così sepolti per sempre.
Nulla può, dunque, il famoso tirollalleru inserito postumo contro la reale versione della storia siciliana.
Tale significato, però, arriva dopo ben 10 anni di ricerche. Prima di adesso, infatti, il significato era attribuibile ai disastri della guerra.

Testo di Vitti ‘na Crozza

Vitti na crozza supra lu cannuni
fui curiuso e ci vossi spiare
idda m’arrispunniu cu gran duluri
murivi senza un tocco di campani
la la la lero
la lero la lero
la lero la lero
la lero la la
Si nni eru si nni eru li me anni
si nni eru si nni eru un sacciu unni
ora ca sugnu vecchio di ottant’anni
chiamu la morti i idda m arrispunni
la la la lero
la lero la lero
la lero la lero
la lero la la
Cunzatimi cunzatimi lu me letto
ca di li vermi su manciatu tuttu
si nun lu scuntu cca lume peccatu
lu scuntu allautra vita a chiantu ruttu
la la la lero
la lero la lero
la lero la lero
la lero la la
C’è nu giardinu ammezu di lu mari
tuttu ntessutu di aranci e ciuri
tutti l’acceddi cci vannu a cantari
puru i sireni cci fannu all’amuri
la la la lero
la lero la lero
la lero la lero
la lero la la
la la la lero
la lero la lero
la lero la lero
la lero la la
la la la lero
la lero la lero
la lero la lero
la lero la la

TRADUZIONE
“Vidi un teschio”
Vidi un teschio sopra la torre
Ero curioso e volli domandargli
Lui mi rispose con gran dolore
Sono morto senza rintocchi di campane
Sono andati, sono andati i miei anni
Sono andati, sono andati, non so dove
Ora che sono vecchio di ottanta anni
Chiamo la morte e questa mi risponde
Preparatemi, preparatemi il letto
Che già i vermi mi hanno mangiato tutto
Se non lo sconto qui, il mio peccato
Lo sconterò nell’altra vita, a pianto rotto
C’è un giardino in mezzo al mare
Pieno di fiori, di arance e di fiori
Tutti gli uccelli vanno lì a cantare
Pure le sirene ci fanno l’amore.