Luci a San siro – Roberto Vecchioni

Luci a San Siro è un brano musicale del 1971 scritto e interpretato da Roberto Vecchioni incluso nell’album Parabola. La musica è scritta da Andrea Lo Vecchio e Giorgio Antola, il brano vinse nel 1996 il Premio Lunezia per la qualità del testo. La canzone era stata pubblicata da Rossano qualche mese prima con il titolo Ho perso il conto e con un testo completamente diverso.
Luci a San Siro è una delle più rappresentative canzoni di Roberto Vecchioni e sicuramente la sua più conosciuta, esprime essenzialmente due concetti. Il primo è il ricordo del suo amore giovanile per Adriana, sua vicina di casa, fidanzata e “musa ispiratrice” dal 1964 al 1968, con la quale si recava presso la Montagnetta di San Siro con la sua Fiat 600 regalatagli da suo padre per il superamento dell’esame di maturità. Il secondo è un’atto d’accusa verso il mondo discografico.
Il testo della canzone parla di se stesso, in senso auto biografico e di una Milano che ormai non c’ è più. Vecchioni, con nostalgia, racconta la voglia di tornare ad un tempo più felice, anche a costo di rinunciare a tutto quello che di bello ha avuto dalla vita.
Luci a San Siro – Testo
Hanno ragione, hanno ragione mi han detto: "E' vecchio tutto quello che lei fa, parli di sesso, prostituzione, di questo han voglia se non l'ha capito già" E che gli dico: "Guardi non posso, io quando ho amato ho amato dentro gli occhi suoi, magari anche fra le sue gambe ma ho sempre pianto per la sua felicità" Luci a San Siro di quella sera che c'è di strano siamo stati tutti là, ricordi il gioco dentro la nebbia? Tu ti nascondi e se ti trovo ti amo là. Ma stai barando, tu stai gridando, così non vale, è troppo facile così trovarti amarti giocare il tempo sull'erba morta con il freddo che fa qui Ma il tempo emigra mi han messo in mezzo non son capace più di dire un solo no Ti vedo e a volte ti vorrei dire ma questa gente intorno a noi che cosa fa? Fa la mia vita, fa la tua vita tanto doveva prima o poi finire lì ridevi e forse avevi un fiore non ti ho capita, non mi hai capito mai. Scrivi vecchioni, scrivi canzoni che più ne scrivi più sei bravo e fai dané tanto che importa a chi le ascolta se lei c'è stata o non c'è stata e lei chi è? Fatti pagare, fatti valere più abbassi il capo e più ti dicono di si e se hai le mani sporche che importa, tienile chiuse e nessuno lo saprà. Milano mia portami via, fa tanto freddo, ho schifo e non ne posso più, facciamo un cambio prenditi pure quel po' di soldi quel po' di celebrità. Ma dammi indietro la mia seicento, i miei vent'anni e una ragazza che tu sai Milano scusa stavo scherzando, luci a San Siro non ne accenderanno più...