Eurialo e Niso, la storia e il significato

By Canzoni d'autore

Eurialo e Niso è una canzone scritta dal cantautore Massimo Bubola con la musica di Sandro Severini viene inizialmente interpretata dai Gang e pubblicata nel loro album Storie d’Italia del 1991. Nel 1996 venne poi ripubblicata nell’album Amore e guerra dell’autore, cantata in chiave di ballata giocosa in pieno stile folk-rock americano.

Il brano prende ispirazione dall’episodio virgiliano con gli omonimi personaggi, in cui si racconta di due giovani guerrieri profughi di Troia  che con le loro morti restituiscono un grande esempio di lealtà e virtù. Nella versione di Bubola gli eroi sono due partigiani che tentano una sortita notturna contro i nazisti. Anche in questo caso, come nell’Eneide di Virgilio, la vicenda si conclude con la cruenta morte di entrambi i giovani.

Il rapporto che lega i due ragazzi è descritto da Virgilio come un amore omosessuale, tuttavia la natura della relazione non è del tutto chiata, tanto che è da alcuni considerata pederastica. Nella versione di Bubola non vi è alcun riferimento alla natura del loro rapporto, ma si può immaginare che sia lo stesso descritto dal poeta romano. La canzone è stata dedicata da Bubola a suo padre, partigiano e amante di Virgilio.

“Il testo di questa ballata l’ho scritto per una promessa fatta a mio padre, comandante a soli 22 anni della Brigata partigiana “Adige” di Giustizia e Libertà. Visto il suo amore per la cultura classica e per Virgilio in particolare, ho cercato così di collegare idealmente questa storia di amore e di guerra, ambientata nel 1943, con l’episodio dell’Eneide in cui i due soldati troiani Eurialo e Niso vanno a compiere l’azione notturna nel campo dei latini”.

Massimo Bubola

Eurialo e Niso – testo

La notte era chiara, la luna un grande lume
Eurialo e Niso uscirono dal campo verso il fiume
E scesero dal monte, lo zaino sulle spalle
Dovevan far saltare il ponte a Serravalle
 
Eurialo era un fornaio e Niso uno studente
Scapparono in montagna all'otto di settembre
I boschi già dormivano, ma un gufo li avvisava
C'era un posto di blocco in fondo a quella strada
 
Eurialo fece a Niso, asciugandosi la fronte:
"Ci sono due tedeschi di guardia sopra il ponte"
La neve era caduta e il freddo la induriva
Ma avevan scarpe di feltro e nessuno li sentiva
 
Le sentinelle erano incantate dalla luna
Fu facile sorprenderle tagliandogli la fortuna
Una di loro aveva una spilla sul mantello
Eurialo la raccolse e se la mise sul cappello
 
La spilla era d'argento, un'aquila imperiale
Brillava nella notte più di un'aurora boreale
Fu così che li videro i cani e gli aguzzini
Che volevan vendicare i camerati uccisi
 
Eurialo fu sorpreso in mezzo a una radura
Niso stava nascosto, spiando di paura
Eurialo circondarono coprendolo di sputo
A lungo ci giocarono come fa il gatto col topo
 
Ma quando vide l'amico legato intorno al ramo
Trafitto dai coltelli come un San Sebastiano
Niso dovette uscire, che troppo era il furore
Quattro ne fece fuori prima di cadere
 
E cadde sulla neve ai piedi dell'amico
E cadde anche la luna nel bosco insanguinato
Due alberi fiorirono vicino a quel cimitero
I fiori erano rossi, sbocciarono ogni inverno
 
La notte era chiara, la luna un grande lume
Eurialo e Niso uscirono dal campo verso il fiume
Dal campo verso il fiume
Dal campo verso il fiume
Dal campo verso il fiume
Dal campo verso il fiume