“Non ce la faccio più”, lo sfogo sui social di Francesco Facchinetti, stufo dell’industria musicale di oggi: annuncia l’addio alla carriera?
È durissimo lo sfogo sui social del produttore e conduttore televisivo Francesco Facchinetti, figlio del leggendario Roby Facchinetti, vocalist e tastierista dei Pooh. Con una lettera affidata ai suoi canali social, Facchinetti ha espresso tutto il rammarico per come si è ridotta l’industria musicale di oggi. Le sue parole dopo la rottura con Elettra Lamborghini, una della cantanti della sua etichetta.
Facchinetti, l’ex Capitano Uncino, oggi è uno dei produttori più importanti in Italia, specializzato in musica pop e dance, tra i principali fautori dei tormentoni che ascoltiamo ripetutamente in radio. Dopo la separazione dalla Lamborghini, la quale avrebbe scelto di rivolgersi a un altro produttore, Facchinetti ha fatto un passo indietro.
“Forse sono io, forse è la musica, negli ultimi anni è successo qualcosa di profondo, la musica è diventata come un panino de fast food, lo consumi, ti sembra buono, poi lo dimentichi, e dopo sei mesi nessuno si ricorda cosa stava ascoltando”. Le parole di Facchinetti sono veritiere, ma tutto ciò non è un fenomeno recente, l’intera industria sforna-hit è basata su questo concetto, da sempre.
I tormentoni sono così, sono ascoltati milioni di volte in tre mesi, poi vengono dimenticati per sempre e nessuno più li ricorda. Semmai, il vero problema di oggi è che, oltre alla musica spazzatura, che c’è sempre stata, nelle classifiche non c’è più musica di qualità, quella destinata a rimanere nel tempo. Basta confrontare una qualsiasi classifica di oggi con quelle di 30 o 40 anni fa per rendersene conto.
“Si pubblicano canzoni come si pubblicano reel su Instagram” ha proseguito Facchinetti, ancora una volta centrando il punto. “Tutto è troppo veloce, troppo uguale”. Le canzoni oggi sono fatte con lo stampino, tutte uguali, pubblicate in quantità industriale, fatte in due minuti con il PC di casa, tanto per infoltire le playlist di Spotify. Il mercato impone così, con la soglia di attenzione degli ascoltatori diminuita progressivamente nel corso degli anni, proprio a causa dei social.
Ma Facchinetti, che sciocco non è, sa bene da dove viene, e non rinnega il suo passato, tanto che si definisce “figlio dei tormentoni”. Eppure, nei tormentoni di oggi manca l’anima, manca l’urgenza, manca la fame. “Quando smetti di emozionarti, smetti anche di dare tutto te stesso”. Fondatore dell’agenzia NewCo, Facchinetti ha lanciato artisti come Irama, Mr. Rain, Elettra Laborghini o Rocco Hunt.
“Oggi vedo troppa rincorsa al successo, si vuole tutto subito, prima ancora che il successo sia reale”, e questo tema si lega inevitabilmente allo scandalo dei finti sold out. “Forse è meglio non dare uno stadio”, ma forse non tutto è perduto, c’è ancora un briciolo di emozione nella musica, ci sono professionisti che prendono il lavoro in modo serio.
Lo stesso Facchinetti ha ammesso che lavorando con i Modà è riuscito a percepire emozione, fiducia, rispetto. Infine, l’ammissione: “Non riesco più a fare il manager, voglio lavorare a progetti che mi emozionano, non ce la faccio più a produrre musica senza anima. Posso mettere l’anima solo se un progetto mi emoziona, altrimenti lascio perdere”.
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